Il governo ha deciso che la prostituzione non potrà più essere esercitata per strada, nei parchi, in aperta campagna, insomma all’aperto. Pena sanzioni amministrative (=multe) salatisssssssime e/o il carcere.
Resta invece pienamente consentita quella negli alberghi di Via Veneto a Roma, soprattutto se a usufruirne è un parlamentare.
Si rafforza, visti gli ottimi risultati, l’abitudine a prostituirsi con i potenti per ottenere poltrone di governo.
Intoccabile, come sempre, la prostituzione universitaria, quella praticata dalle studenti/esse a beneficio dei professori pur di passare l’esame o guadagnarsi una laurea facile.
Più che mai trendy la prostituzione dei transessuali, a patto che si rivolga esclusivamente a giovani esponenti di multinazionali automobilistiche.
E nessuno se la prenderà col chirurgo che va a prostituirsi dal boss mafioso per ottenere la nomina a primario e curare gli interessi della malavita, più che i pazienti.
Insomma, giammai si intraprenda una battaglia contro la vera prostituzione, quella che non si vede in strada ma fa marcire il paese. Una prostituzione che fa rima con putrefazione.
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