lunedì 19 gennaio 2009

Dalla leggenda alla realtà: il 19 gennaio

Dalla leggenda alla realtà: il 19 gennaio
è il giorno più «triste» dell'anno
Astrusi calcoli per dimostrare la depressione che colpisce il lunedì dell'ultima settimana completa di gennaio


MILANO - Questo è un articolo che parla del giorno più deprimente dell'anno, cioè il 19 gennaio. Quindi, se siete già depressi di vostro (o tifosi dell'Inter), siete stati avvertiti. La deprimente «scoperta» in realtà è una furba campagna pubblicitaria lanciata alcuni anni fa dal canale di viaggi britannico Sky Travel della tv BSkyB.

STORIA - Fatto sta che tra un po' tutti crederanno alla storiella che «tramite complicati calcoli considerando il tempo atmosferico, il livello dei debiti, i giorni che ci separano dal prossimo Natale, la presa di coscienza che i buoni propositi di inizio d'anno sono già finiti nel dimenticatoio, i bassi livelli motivazionali» e altre amenità simili, il giorno più deprimente dell'anno è il lunedì dell'ultima settimana completa di gennaio. Quest'anno il 19 gennaio, lo scorso anno era il 21, nel 2010 sarà il 25 gennaio.

CALCOLO INGLESE - Si tratta comunque di «un calcolo» molto inglese, e che vale al massimo per l'emisfero nord. Per quanto riguarda il tempo atmosferico, per esempio, in Australia e in Brasile è piena estate, la gente è sulle spiagge a prendere il sole e la depressione non sa neanche cosa sia. A Gaza il tempo è migliore che a Londra, ma il livello di depressione raggiunge quote stratosferiche, anche perché ai musulmani non interessa molto la distanza dal prossimo Natale, ma quanto manca alla fine del prossimo Ramadan, fatto di cui lo studio non parla.

SOLUZIONI - Per combattere la depressione del giorno più triste dell'anno, si possono suggerire alcune soluzioni:
1 - Stampare questo articolo, appallottolarlo e gettarlo nel cestino della carta straccia lanciando pesanti invettive contro l'autore, l'ideatore della ricerca e gli inglesi in generale
2 - Fischiettare la canzone Don't worry, be happy di Bobby McFerrin
3 - Giocare al lotto i numeri 1, 19 e 73 (la depressione secondo la Smorfia napoletana)
4 - Essere consapevoli che l'Italia è il Paese europeo più pessimista
5 - Accendere un cero davanti al ritratto di San Silvio da Arcore e ripetere 300 volte il suo mantra «bisogna essere ottimisti»

Paolo Virtuani corriere.it
19 gennaio 2009

ED IO QUALE DELLE CINQUE OPZIONI DEVO SCEGLIERE??
SI ACCETTANO SUGGERIMENTI....

ricomincio da me

non molte parole, ma buone
è stata una settimana terribile, di quelle in cui sembra che non arriverà mai il giono.ma sta passando la nottata...ricomincio da me. da una consapevolezza. Affronto ciò che mi accade (e stavolta purtroppo è stata una brutta mazzata), da sola, e con la consapevolezza che, forse, se chiedi aiuto a qualche buon amico, lo si può anche trovare.
ho troppe cose da fare per restare ferma a piangere su me stessa.
c'è lo studio, in primis,
e forse anche il lavoro...con la coscienza di ciò che è e non ciò che vorrei che fosse. e poi non posso permettermi il 'lusso'di tradire la fiducia di chi l'ha riposta in me.

RICOMINCIO DA ME ! ! ! ! !

giovedì 15 gennaio 2009

...tanto nessuno leggerà :-(


forse oggi questo blog non ha più senso, perchè tanto non lo leggerà nessuno. Nemmeno chi, fino a qualche tempo fa, commentava, anonimo, le mie 'paturnie mentali'.
o forse oggi acquista un senso perchè torna al suo significato iniziale tornando ad essere il 'mio angolino' il mio spazio dove posso rifugiarmi e dove posso, scrivere, in anonimato, come sempre, ciò che penso, voglio, desidero e sento.

c'è tanta tristezza, malinconia, delusione, rabbia, amarezza. Perchè?!? peccato che non riesco nemmeno a scriverlo. ma ora devo pensare solo a difendermi. Questa volta, però, a differenza del passato, mi chiudo in me. Resto zitta, immobile, non ascolto, ma sento, e provo a far scivolare tutto. Ma tutto non scivola, specie quando ci sono dei graffi...graffi profondi che con il tempo inevitabilemnte guariranno, ma che lasceranno un solco.
parole troppo strillate, urlate, sbattute in faccia peggio della peggiore e crudele realtà.
mentre provo a leccarmi le ferite provo ad alzare un muro di indifferenza, ma sono io la prima a sbatterci contro. ed un'altra botta fa male.
tutto scorre, la vita continua, ma io non ho voglia di nulla, vado a lavoro solo perchè DEVO, rispetto troppo il lavoro e chi mi ha dato una grande opportunità per deluderlo; nn mi va di uscire, ma DEVO perchè 4 mura sono troppo strette; e l'apatia mi assale.
mah...uno di questi giorni, gioco forza, dovrò trovare rimedio...a male estremi, estremi rimedi....intanto una lacrima salata riga il mio viso ed appanna il mio sorriso che non mi ricordo più com'è fatto.

sabato 10 gennaio 2009

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.


Martha Medeiros

Il buono è per pochi...vieni a vedere perchè!